I protagonisti: Alcide Calderoni

Marina Manca e Piero Guilizzoni, Ricercatori senior associati, CNR IRSA sezione di Verbania

La pianificazione e la realizzazione dell’intervento di liming sono strettamente legate ad una figura di spicco del panorama scientifico dell’Istituto, quella di Alcide Calderoni.

Il ruolo di Alcide era duplice: da un lato ricercatore con competenze di idrochimica e dall’altro, figura di riferimento in seno alla provincia di Novara e alla regione Piemonte, in materia di acque. Era stata Livia Tonolli a ravvisare l’utilità di avere, in seno a queste amministrazioni, una figura scientifica capace di garantire che le scelte relative alla gestione e alla salvaguardia delle acque fossero basate sulla competenza. Competenza che Alcide certamente personificava: quanti si occupassero di valutazione di stato trofico, di stima dei carichi chimici veicolati a lago per il tramite degli immissari, di bilancio dei nutrienti e di tematiche simili, trovavano nella sua persona e negli appunti delle lezioni che egli aveva tenuto in diverse occasioni, tutti gli elementi necessari per poter avere corrette valutazioni in merito.

Professore Ordinario, già capo dipartimento e oggi professore a contratto, Nicola Sechi ha accettato di raccontare la nascita e gli sviluppi del gruppo di ricerca limnologica in Sardegna, rispondendo ad alcune domande. 

Come nacque l’idea di intervenire attraverso il liming?

“Alla base dell’idea vi fu un’accurata valutazione dei parametri idrochimici del lago. Inizialmente si dovettero valutare le quantità di afflusso e deflusso dal bacino e in sostanza fare un bilancio idrologico e idrochimico. Per far questo fu importante la mia amicizia con Vollenweider, con il quale ebbi modo di discutere approfonditamente la necessità di mettere a punto un modello (fu ospite anche a casa mia).”

Come vi venne in mente di costruire un modello previsionale? Chi, nella fattispecie contribuì alla concettualizzazione di questo modello?

“Certamente Vollenweider ma anche figura importantissima fu quella di Franco Fornara che in quel momento era dipendente Bemberg e dunque ne conosceva i processi produttivi. In quel periodo era anche presidente della Provincia di Novara”.

Una volta stimato che i tempi di recupero “naturale” del lago erano molto lunghi, come fu che guardaste al liming come tipo di intervento?

“A un chimico viene subito in mente che se si vuole neutralizzare l’acidità (possiamo qui pensare ad un paragone molto ordinario, quello dell’acidità di stomaco e dell’impiego del bicarbonato) occorrono carbonati o bicarbonati. Guardammo quindi alla letteratura scientifica su interventi di neutralizzazione in piccoli laghi del nord Europa. Tuttavia interventi di questo tipo non erano mai stati concepiti né realizzati in laghi profondi e grandi come l’Orta”.

Vi furono modifiche in itinere dell’intervento rispetto al piano iniziale?

“Sì, inizialmente il carbonato sparso sulla superficie a pioggia da un’altezza dell’ordine di un paio di metri. Successivamente decidemmo di metterlo a diverse profondità, tenendo presente la stratificazione termica del lago”.

Come fu accolta la proposta in seno alla Provincia?

“Avemmo subito l’OK e quindi avviammo la proposta e la richiesta di finanziamento agli enti amministrativi preposti: Provincia e Regione”.

Ci fu consapevolezza dell’importanza di questo intervento presso gli amministratori?

“Certamente, Franco Fornara fu un grande sostenitore della proposta, ma anche tutti i membri delle commissioni in Provincia e Regione approvarono”.

Alla richiesta di finanziamento fece seguito una lunga procedura amministrativa oppure i tempi furono accelerati grazie alla sintonia tra la componente scientifica e quella che potremmo definire amministrativo-gestionale?

“Furono veloci rispetto al normale: il progetto, finito sia in provincia che in Regione, fu approvato. Tuttavia, il punto cruciale era legato alla quantità di materiale da utilizzare; trovato che si potevano utilizzare residui di lavorazione di una cava in provincia di Lecco, fatto che abbatteva grandemente i costi, e verificata l’efficacia tramite analisi preventive di laboratorio, il progetto ebbe l’OK”.

Quali furono i personaggi in seno alla Provincia e alla Regione che meglio compresero l’importanza di quanto si andava proponendo?

“Certamente giova qui ricordare ancora una volta Franco Fornara”.

Sappiamo che molto sforzo venne profuso dall’Istituto per rendere il più possibile consapevole la popolazione dell’importanza di quanto si andava realizzando: ci fu una risposta positiva e una condivisione oppure prevalse lo scetticismo?

“Ci fu molto scetticismo e fu molto faticoso avere la comprensione da parte della gente comune”.

Oggigiorno si parla molto di citizen science: ritiene che il caso dell’Orta possa essere annoverato come esempio virtuoso di citizen science?

“Assolutamente no, non fummo appoggiati dalle principali associazioni ambientaliste che oggi, divenute consapevoli del successo del liming, lo divulgano, appoggiando finalmente i numerosi progetti che ancora sul lago vengono realizzati”.

Il successo dell’intervento fu certamente anche il successo di quelli che come Lei si spesero per pianificarlo e realizzarlo: ritiene che alla base ci sia stata una grande lungimiranza da parte di Livia Tonolli, nella fattispecie nell’aver ravvisato a suo tempo l’utilità per l’Istituto di avere un ricercatore in seno alle commissioni preposte alla gestione delle acque?

“Sicuramente, fu Lei a darmi l’appoggio e la piena fiducia nel duplice ruolo che rivestivo”.

Noi pensiamo che questa lungimiranza fosse anche espressione della formazione che Livia Tonolli ebbe attraverso gli insegnamenti della sua maestra, Rina Monti Stella. Insegnamenti che da direttrice, ebbe modo di mettere a frutto anche durante la sua attività in seno al Comitato di Biologia e Medicina del quale faceva parte.

Personaggi

Alcide Calderoni

Ricercatore senior all’IRSA, specializzato in idrochimica di laghi e fiumi ha lavorato per decenni sul monitoraggio e la tutela dei laghi italiani, in particolare il Lago Maggiore e il Lago d'Orta. È stato il responsabile dell’intervento di liminig.
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Piero Guilizzoni

Ricercatore senior associato. Ha lavorato per più di 40 anni presso l’Istituto Italiano di Idrobiologia (poi Istituto di Ricerca sulle acque del CNR) di Verbania Pallanza, che ha diretto dal 2013 al 2014...
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Marina Marcella Manca

Esperta di ecologia e dinamica di popolazione di organismi zooplanctonici d’acqua dolce, responsabile delle ricerche sullo zooplancton del Lago Maggiore, ricercatrice e poi direttrice dell’Istituto per lo Studio degli Ecosistemi (CNR-ISE) dal 2014 al 2016.
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