La vita del Lago d’Orta cambiò radicalmente nel 1925, con l’arrivo della fabbrica Bemberg S.p.A. a Gozzano, nella zona sud del bacino lacustre, quindi sul lato opposto a quello dell’emissario del lago.
Le ragioni della scelta della riva del lago per l’insediamento della fabbrica sono spiegate nel volume pubblicato dalla Bemberg per celebrare i primi 25 anni di attività:
“Quale era la ragione per cui due anni prima, dopo studi ed analisi, era stato scelto il lago d’Orta per fondarvi la Bemberg? La ragione stava nelle acque del lago, le più pure fra quante siano, conosciute in Italia, perché il filato Bemberg si forma nell’acqua; è l’acqua che prende il filo al suo affacciarsi dalla filiera per consolidarlo e allungarlo. Con nessun’altra acqua sarebbe possibile ottenere filati di qualità migliore.”
Stabilimento Bemberg a Gozzano
La fabbrica era un’eccellenza internazionale. Nata in Germania nel 1903 con il nome di J. P. Bemberg AG, dal 1911 si era fatta un nome nel mondo per la produzione di fibre cellulosiche con il metodo del cuproammonio, noto come Rayon Cupro. Il filo Bemberg Cupro era un filamento sottilissimo prodotto dai linters (la peluria corta che rimane sui semi di cotone dopo la separazione delle fibre, di solito considerata scarto senza valore economico), sciolti in una soluzione di sali di ammonio e solfato di rame, che formavano il complesso cupro-ammonico e poi precipitavano come cellulosa, pronta per essere filata, grazie all’acido solforico che distruggeva il complesso.
Per approfondire
Com’era prodotto il filato Bemberg
Questo processo produceva un filo estremamente fine, il cui tessuto aveva un aspetto serico ed era usato per vari scopi: dalle fodere dei vestiti dei marchi più prestigiosi agli abiti d’alta moda, passando per tessuti d’arredamento, capi d’abbigliamento intimo, da bagno e sportivi. Il motto della fabbrica era: “Nasce dal cotone, splende come la seta”.
Il processo di produzione è ben illustrato nel libro “Bemberg dal 1925” pubblicato nel 1991 con una prefazione del giornalista Enzo Biagi. Biagi scriveva:
“Utilizzò una trascurata peluria del cotone che, con ammoniaca, rame e acqua purissima, grazie alla magia delle provette, poteva diventare una nuova fibra. René Gruau, artista francese originario di Rimini e celebre a Parigi, raccontò con la sua matita incantata le infinite possibilità di quel filato. Poi arrivò il nylon, e Bemberg divenne anche Ortalion, pubblicizzando calze e biancheria intima di donne longilinee e seducenti. Ricorda il piccolo e romantico lago dove sorge la fabbrica, un lago non celebrato da Catullo, Manzoni o Fogazzaro, ma con acque considerate le più pure d’Italia.”
Manifesti pubblicitari Bemberg realizzati da René Gruau