Progetto

Questo sito descrive e racconta la storia di un progetto di risanamento ambientale che ha avuto come protagonista il Lago d’Orta. Una vicenda che attraversa l’ultimo secolo, e che merita di essere narrata.
Per questo la Fondazione Cavaliere del lavoro Alberto Giacomini ha promosso il progetto che prende le forme di questo sito e del libro “Il Lago d’Orta: storia di una rinascita”.

Un progetto realizzato dai ricercatori del CNR IRSA di Verbania Pallanza e dall’Ecomuseo Cusius, che racconta le vicende storico-ambientali di questo lago profondo subalpino nel corso dell’ultimo secolo.

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Lago d’Orta: storia di una rinascita – Il libro

La vicenda del risanamento del Lago d’Orta consente una serie di riflessioni e percorsi di lettura applicati a un contesto territoriale e sociale particolare come quello del Cusio. 
Riflessioni che coinvolgono la vita di una comunità locale che ha generato processi di cambiamento della sensibilità e delle politiche ambientali. 

Lo ha fatto dimostrando maturità e responsabilità civile, unita alla lungimiranza dei decisori politici e degli amministratori, alla passione e alla competenza dei ricercatori e amministrativa coinvolgendo il mondo della ricerca scientifica  capacità di valutazione di valutare cause, ricadute, implicazioni, responsabilità, e identificando azioni, peculiarità e tratti comuni alla dimensione globale. 

Una storia da raccontare

Quando – nel 1927 – l’industria tedesca Bemberg si insediò nel paese di Gozzano, sulla sponda meridionale del lago, venne avviata la produzione del filato di Rayon. Gli scarichi di rame e solfato di ammonio dello stabilimento, uniti all’inquinamento derivante dallo sviluppo industriale (in particolare del comparto siderurgico) della zona, alterarono profondamente l’equilibrio chimico delle acque. La fauna ittica scomparve quasi del tutto. La flora lacustre venne gravemente compromessa.

Per approfondire:

L’inquinamento del lago

I primi studi sulla situazione delle acque dell’Orta si devono a Rina Monti, pioniera della limnologia italiana e internazionale, con una pubblicazione del 1930. Seguirono quelli del suo allievo Edgardo Baldi, primo direttore dell’Istituto Italiano di Idrobiologia “Dott. Marco de Marchi” di Pallanza.

A questa prima stagione di ricerche ne seguirono altre, sempre più approfondite, promosse dall’Istituto in riva al lago Maggiore. Alla fine degli anni Cinquanta le indagini scientifiche animate da Vittorio e Livia Tonolli proponevano ai decisori politici e alle amministrazioni competenti i primi piani di bonifica e di ripopolamento ittico del lago. 

Sollecitazioni che dovettero attendere la maturazione della coscienza civica delle comunità e dell’imprenditoria rispetto alle problematiche ecologiche. 

Nei decenni successivi le condizioni delle acque si aggravarono, con un’altissima acidificazione e il divieto di balneazione.

Dai primi anni Ottanta, grazie all’applicazione delle nuove normative antinquinamento, venne impostato un imponente piano di risanamento delle acque. Venne sperimentata la tecnica del “liming”, promossa dall’Istituto di Ricerca sulle Acque del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Verbania-Pallanza.

Per approfondire:

Il liming

Il piano di intervento – realizzato da istituzioni nazionali e locali – si svolse nei primi anni Novanta. Lo spargimento di carbonato di calcio permise di riportare il pH delle acque alla neutralità e ristabilendo gli equilibri biologici del lago, base per i successivi progetti di ripopolamento.